Le prime tracce della famiglia Giacometto nei libri della Chiesa Parrocchiale di Caluso risalgono al XVI secolo.
Io sono Bruno, sono nato a Caluso nel 1961 da una famiglia di contadini formata da papà Giuseppe, mamma Nella e mio fratello Aldo. Il soprannome di Famiglia, o come si direbbe in Inglese nickname, è "I Burane" (le burane sono, in dialetto Calusiese, le tane nei fienili dove nei tempi passati i giovani maschi della famiglia andavano a dormire).
Lavorare la terra mi ha sempre appassionato e, nonostante gli studi in Informatica - prima come Perito Industriale poi all’Università, ho sempre ritagliato un po’ di tempo per coltivare questa passione, spostando sempre più i miei interessi sulla coltivazione della vite e nella produzione di vini con l’obiettivo di proseguire la tradizione di famiglia.
Il vino principe della mia famiglia è il Caluso Passito, prodotto già dai miei nonni paterni, nonna Teresa (Ginota) e nonno Gioachino (Chin), e materni, nonna Angela (Angiolina) e nonno Giovanni (Giuanin) e prima ancora dai miei avi
Le prime bottiglie di Caluso Passito furono imbottigliate da mio padre nel Natale del 1962, per una circostanza del tutto "familiare". Mi spiego. A inizio dicembre 1962, quando avevo appena un anno, nacque mio fratello Aldo. Quando i parenti vennero a farci visita, il papà offrì con piacere il suo Caluso Passito. Fra i parenti lì presenti c’era lo zio Cambursano Giovanni, rappresentante di Salumi e Formaggi nell’alto Piemonte e Valle D’Aosta, il quale iniziò questo fraseggio con mio padre:
Giovanni nel sorseggiare il vino passito – "A lè bun!" (è buono!)
Giuseppe – "At pias? A lè dal 1954!" (Ti piace? E’ dell’anno 1954!)
Giovanni – "Prope bun e cer, verre chitnè ?" (Proprio buono e limpido cristallino quanto vino hai ?) Giuseppe "ma due tre damigiane" (due tre damigiane, un centinaio di litri)
Giovanni "i tan farie par Natal sent bute cun a ticatta, che vrisa rigalaie ai me client " ( Mi imbottiglieresti per Natale cento bottiglie con etichetta che vorrei regalarle ai miei Clienti ?)
Giuseppe "a va ben par naut Sabat pasa a piaje" (Va bene per un altro Sabato saranno pronte passa a prenderle) .
Ed è così che iniziò il primo imbottigliamento importante con l’uso tradizionale della bottiglia renana, ancor oggi adottata.
Nel 1967 è data la prima DOC a sette produttori di Caluso per il Caluso Passito e mio padre è uno di questi.
La mia Famiglia ha iniziato a produrre Erbaluce di Caluso con la vinificazione in bianco nel 1977.
Nel 2001 quando mio papà è salito in cielo ho iniziato a condurre l’azienda e investendo i risparmi di 20 anni di lavoro in Olivetti ho ammodernato la cantina e fatto nuovi impianti. La passione non mi manca, l’obiettivo è di fare vini eccellenti che siano apprezzati da amici e Clienti.
L’azienda è composta da circa 6 ettari di cui 4 di Erbaluce, uno di Canavese Nebbiolo e uno di Canavese Rosso.
Nelle fasi di lavorazione delle uve e del vino, sono seguito da un team di enologi, guidato dal Dottor Cordero Gianfranco con i collaboratori Dottor Dogliotti Erick e Dottor Gerbi GianPiero.
Oltre al Caluso Passito produco l’Erbaluce di Caluso DOCG fermo, l’Erbaluce di Caluso DOCG Spumante Metodo Classico, Canavese DOC Rosso e Canavese DOC Nebbiolo. La produzione annuale di bottiglie è intorno alle 25.000.
Aderisco al Consorzio di Tutela Erbaluce di Caluso, all’Enoteca Regionale dei Vini della Provincia di Torino, alla Strada Reale dei Vini della Provincia di Torino e faccio parte del Consiglio grande della Credenza Vinicola di Caluso. Frequentato corsi da Sommelier e ONAV.
Concludo dicendo che il mondo del vino è affascinante e coinvolge chiunque lo frequenti, non è solo bere e assaggiare, ma è interessante conoscere le zone dove è prodotto, quali sono le tecniche di affinamento, chi è il produttore e come il vino si sposa con i cibi con cui lo abbiniamo.
Due parole sullo stemma del Casato, lo scudo è sorretto dal Dio Bacco e dalla Ninfa Albaluce, mentre il Logo riproduce le porte Romane "Porta Crealis" che servivano per chiudere la cittadella di Caluso nella notte e sono poste a poche centinaia di metri da dove abito, logo già usato dai miei Genitori sulle loro etichette.